giovedì 5 febbraio 2009

Aspettando il domani. Parlando da me a me.
Mi ritrovo spesso a chiedermi cosa sarà il mio futuro, ciò che vado insistentemente cercando e quello che mi aspetto da me stessa e dagli altri. È difficile dirlo. Ritengo di essere diventata più sociale, di aver fatto un buon percorso evolutivo tramite l’introspezione e di aver raggiunto un buon grado di maturità, forse anche saggezza e autonomia. Ciò che mi sta a cuore è la conoscenza. Ciò che vuoi sapere di te stessa. La mia intelligenza è laterale. Quella diretta è quella che cura la patologia psichica, la mia è appunto la ricerca del sapere. Ho sempre avuto desiderio di carpire i desideri più profondi, occulti, nascosti della mente umana, della mia mente, di quella degli altri. La psicologia del profondo mi attrae. Ciò che sta in me è anche in te. L’elaborazione mentale è piuttosto simile per tutti noi, anche se le risposte agli stimoli esterni possono variare da persona a persona. Il mio è un dialogo fra me e me. Puntuale, preciso, talvolta enigmatico e incomprensibile all’apparenza, qualcosa che mi dà paura e desiderio di continuare. Di scoprire i segreti che si annidano nella personalità laterale, di farli miei, di sviscerarne i motivi, la causa, ciò che spinge ad agire, ciò che determina la malattia, il disagio psichico, i blocchi emotivi, e l’evoluzione della patologia.
Credo di avere una dissociazione della personalità. In me trovano vita come due spiriti, due anime talvolta in lotta tra loro e completamente discordanti. Il bene e il male, ciò che crea e ciò che distrugge. Vivo questa dissociazione come malattia, spesso sono ossessivo-compulsiva nell’agire, irruente e distaccata, passionale e fredda, buona e cattiva. Spesso amo e odio contemporaneamente. Ho in me una forte carica distruttiva per ricreare dal nuovo. Tutto è in me particolarmente difficile da vivere e da capire. Aspetto con ansia e trepidazione. Aspetto ogni giorno il sorgere di un nuovo giorno per rinascere e ricominciare. Continuo il mio dialogo personale. Ciò che vado cercando adesso è di riuscire a vivere il sociale in me, di divenire più semplice e diretta e di collaborare con le persone a cui di più tengo. Mi aspetto comprensione per il mio passato turbolento, accoglienza e semplicemente di poter vivere me stessa, senza dover rinunciare né a me stessa né agli altri.
Sono pronta a vivere i miei sentimenti, a trovare oltre a me stessa una stessa lealtà, sincerità e profondità di emozioni. Desidero stare con gli altri. Ho imparato la solitudine, adesso voglio imparare la collaborazione. Dopo un lungo discorso fra me e me, una lunga lenta precisa analisi interiore mia personale, ho vinto la battaglia con me stessa, con la mia patologia, con i suoi sintomi, con i blocchi emotivi e ho imparato ad apprezzarmi, pur con mille difetti, e spero di essere accolta con tutta quanta me stessa dagli altri a cui tengo.
Penso giorno dopo giorno di continuare il dialogo introspettivo e di riuscire a migliorare me stessa anche grazie a coloro che mi hanno supportata in questi anni alla comunità, a cui sono grata e riconoscente.
Forse presto me ne andrò, ma è un legame che rimarrà sempre impresso nella parte più buona del mio cuore.
MATT.