giovedì 24 dicembre 2009

casa in riva al fiume


SPIEG-ARTE
“deventa complesso…….”



Casa in riva al fiume
(un ricordo della mia infanzia)

lunedì 21 dicembre 2009

Anniversaio Legge Basaglia

ri-Present-azione

Salve a tutti! Questa ri-presentazione la vogliamo dedicare a un anniversario!
Sono infatti 31 anni, 6 mesi e qualche giorno da che in Italia venne approvata una legge famosa e importante, confluita, il 23 dicembre di quell’anno [anche all’epoca in Parlamento si lavorava sodo!] nella Legge 833/78.
Parliamo della cosiddetta “Legge Basaglia”, che impose la chiusura dei manicomi, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Le intenzioni della “Legge 180” erano quelle di ridurre le terapie farmacologiche e il contenimento fisico, instaurando rapporti umani rinnovati con il personale e la società, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una dignitosa qualità di vita dei pazienti, seguiti e curati in ambulatori territoriali.
In questi trent’anni tante cose sono cambiate, altre restano ancora da cambiare. Non è stato un cammino facile e privo di ambiguità. Quello che è certo è che nei manicomi non si viveva degnamente, non si poteva parlare normalmente, le parole spesso venivano scagliate contro muri sporchi; muri come di spugna che le assorbivano e lasciavano in un silenzio vuoto.
Allora sui quei muri porosi si scriveva, per incidere un proprio pensiero e renderlo testimone di un momento pieno di emozioni.
Ora spesso invece di muri ci sono persone, che raccolgono quei pensieri, quelle angosce scagliate con ingenuità e crudezza; e allora una risposta è inevitabile, anche se non è la migliore, anche se a volte fatalmente sbagliata. E allora viva la comunità con gli operatori, i medici e gli infermieri! Viva la relazione tra persone che parlano, giocano, condividono, si incazzano pure, ma un po’ meglio forse vivono. Viva Basaglia, il suo sogno e tutti i sogni con cui il mondo si allarga e diviene più integrante e comprensivo. Tutti sogniamo e tutti i sogni [se non si trasformano in incubi per gli altri…] sono degni di essere realizzati: il nostro sogno è che un giorno nessuno più verrà chiamato demente, ebefrenico, folle, pazzo, matto, schizofrenico, psicotico ma solo col suo nome perché, qualunque sia la diagnosi, ciò che distingue una persona è la sua intera personalità [non solo la sua parte malata!] e la sua umanità.
I Direttori