martedì 23 giugno 2009

data.mso">

INCUBI SCOLASTICI

Dulcis in fundo………

Giornata di interrogazioni. Il professore di matematica: “Oggi chi possiamo sentire…..”. Il dito indice della mano sinistra del prof. scorre, con sadica lentezza, i nomi degli alunni. Di tanto in tanto si sofferma con studiata perfidia su alcuni cognomi per diversi secondi. Secondi che per gli atterriti e disperati studenti sembrano minuti, se non ore, anni o addirittura ere. (Ho visto alcuni studenti talmente sconvolti da tale pratica, che una volta conclusasi erano convinti di aver terminato la scuola, di stare lavorando ormai da anni ed essere già padri di famiglia).

Il volto del professore, ormai trasfigurato da una perversa gioia interiore, muove le labbra come in procinto di pronunciare un nome, invece fuoriesce semplicemente una smorfia muta, che fa tirare un sospiro di sollievo a tutti quanti. Poi nuovamente le labbra si ridispongono come per formulare il fatidico nome, ed invece si distendono in uno sbadiglio.

Gli alunni sono ormai schiacciati contro il ripiano dei propri banchi, tachicardici, qualcuno cianotico, altri parlano da minuti con Dio ed i suoi Familiari per ricevere la grazia o il dono della invisibilità. Tra quelli più angosciati vi è qualcuno che è riuscito a mimetizzarsi assumendo il colore verde smorto del proprio banco.

Tutti inevitabilmente controllano l’orologio. Mancano 25 minuti alla fine dell’ora, per cui il prof. adesso dovrà pronunciare il cognome del condannato. Infatti dall’ugola del professore fuoriescono finalmente delle parole: “oggi vorrei……sentire…………………….…vorrei…..sentire……………………………………………………….

…………..da tutti voi un parere su un fatto che mi è accaduto questa settimana.”

Il prof. comincia una tiritera di 20 minuti sul pappagallino appena acquistato per il figlio e della enorme utilità che ha acquisito. Nessuno riesce a capire esattamente quale sia la vera richiesta del prof. Qualcuno, tra i più secchioni, tenta di ricollegare tale evento alla lezione di storia appena fatta, pensando che forse il prof. di matematica rimarrà colpito dalla capacità di fare collegamenti tra le varie materie. Così il supersecchio azzarda un improbabile collegamento tra il pappagallino del prof., il racconto dell’arca di Noè e la possibilità di applicare un teorema geometrico per definire l’area sufficiente per far salire sull’Arca tutti gli animali a due zampe, con coda minore/uguale 20 cm e lunghezza testa-coda di 60 cm. Francamente nessuno in realtà ha capito cosa volesse comunicare il prof. con il proprio racconto, né tantomeno nessuno ha compreso l’intervento del super secchione (probabilmente neanche lui, ed ora vaga nella sua mente alla ricerca di una logica, logica che però non troverà mai, mentre ritroveremo lui dentro qualche ufficio dell’amministrazione pubblica del tutto calvo e sguardo inebetito).

Comunque, ormai mancano soltanto tre minuti al suono della campanella, ci siamo, il prof. si è dilungato troppo, ha perso il senso del tempo. Iniziamo a preparare le cartelle. Due minuti alla campanella. E’ l’ultima ora, tra poco sarò a casa.

All’improvviso il prof: “Barontini alla lavagna! …….veloce dimostrazione del teorema da preparare per oggi”. In un milionesimo di secondo due scagnozzi del prof. mi catapultano alla lavagna.Traccio una serie di numeri e segni matematici. Il prof. sguardo maggiore/uguale perfetta malvagità: “Ti do un bel TREEE!! Fine della lezione!.” Sghignazzando se ne va………….Io davanti alla lavagna:” Ma cosa è successo?”, muto chiedo a me stesso.……… Sgomento, esco dalla classe vuota.

Aleronì